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Après-midi d’un faune | Boléro | Le Sacre du Printemps

anno 2024 durata 70'

(trilogia dell’estasi)

un progetto di Roberto Zappalà con la collaborazione drammaturgica di Nello Calabrò

creazione per 12/14 danzatori

regia e coreografia Roberto Zappalà

prima assoluta 30/31 maggio 2024 Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (Firenze)

musica Claude Debussy/’L’après-midi d’un faune’ – Maurice Ravel/ ‘Boléro‘ – Igor Stravinskij/ ‘Le Sacre du Printemps’

una co-produzione Scenario Pubblico|Compagnia Zappalà Danza Centro di Rilevante Interesse Nazionale, Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (Firenze), Centre Chorégraphique National de Rillieux-la-Pape (Lione), Teatro Massimo Bellini (Catania), MilanOltre Festival (Milano)

con il sostegno di MiC Ministero della Cultura Regione Siciliana Assessorato del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo

 partner alla produzione in via di definizione

 

Il progetto vedrà Roberto Zappalà affrontare tre grandi composizioni classiche e per lui anche “sacre” che hanno segnato il percorso coreografico (e anche musicale) dello scorso secolo. Il rispetto che ha sempre avuto per questi lavori lo ha fatto riflettere per più di 10 anni. Oggi il momento è maturo per metterli in scena.

Le tre creazioni che avranno come comune denominatore il linguaggio chiaro e selvaggio di Zappalà saranno Il pomeriggio di un fauno – Boléro – La sagra della primavera e solo nel 2024 saranno presentate tutte nella stessa serata.

La sfida e la scommessa di questa trilogia a posteriori è quella di trovare un nuovo immaginario che senza negare per partito preso il passato vuole non modernizzare ma, forte della maturità acquisita, personalizzare un mondo che ha già un potere evocativo immenso.

Oltre al linguaggio specifico del coreografo, diventa così importante se non fondamentale il lavoro sullo spazio, creando un “dispositivo scenico” che, volta per volta, performance per performance limita, amplifica, modifica, la danza creata dal coreografo.

Per fare un esempio il primo tassello della trilogia, già rappresentato in forma di studio, nella meravigliosa versione pianistica suonata da Leonardo Zunica, L’après midi d’un faune di Debussy, verrà danzato in uno spazio ristretto, tappeto reale e/o simbolico che sia, con quello che questo comporta in limitazione dello spazio scenico e coreografico.

Come sempre per Zappalà l’accento è sulle relazioni umane, sui rapporti tra uomini e donne: negati, esaltati, violati in una “riflessione” coreografica sulle derive della società contemporanea.

Il primo mobile concettuale della creazione, trae ispirazione da un tragico fatto di cronaca accaduto durante una festa in una villa nella campagna romana agli inizi del 2021 sul quale si innesta un’evocazione dell’iconica sequenza della festa in “Eyes wide shut” di Kubrick; entrambi, episodio di cronaca nera e scene cinematografiche, liberamente trasfigurati dall’immaginario visivo e coreografico di Zappalà.

Un unico set scenico ospiterà la creazione, creazione che al contempo racchiude rispettivamente l’esclusione, il corteggiamento e l’erotismo nel L’après midi d’un faune; l’inclusione, il vizio, la lussuria nel Boléro, e infine la persecuzione e il sacrificio nel Sacre du Printemps.

Per citare il titolo di un vecchio film di Lelouch che si conclude appunto con le riprese del Bolero di Ravel/Béjart si tratta sempre di danzare con e per “gli uni e gli altri”