Prima assoluta
12 ottobre 2023 | Teatro Verdi di Gorizia | Visavì Festival
12 ottobre 2023 | Teatro Verdi di Gorizia | Visavì Festival
2023
65 min
Dopo la creazione Kristo, basata non su una partitura coreografica ma su un linguaggio del corpo che accompagna le parole, Zappalà con questa nuova creazione, ritorna prepotentemente alla sua danza ricca di contraddizioni creative, dai sapori carnali e delicati, musicali ma anche atonali, esplosivi ma anche poetici e intimi. A ispirare musicalmente questa nuova creazione sono le meravigliose atmosfere delle musiche di David Lang, le voci dell’opera The Little Match Girl Passion composta nel 2007, vincitrice del premio Pulitzer nel 2008; voci che danno vita ad un lavoro di grande impatto sonoro con atmosfere sacre originariamente ispirate alla fiaba della piccola fiammiferaia di Hans Christian Andersen, e che certamente hanno un riferimento nella Passione secondo Matteo di Bach.
Nella nuova creazione non si farà alcun cenno alla fiaba di Andersen, sarà la danza astratta, pura, ad essere protagonista assoluta. L’ispirazione arriva a Zappalà indirettamente anche dall’opera di Bach e dalla passione come sofferenza estrema che Cristo e l’uomo, ogni uomo, ogni donna, (ogni piccola fiammiferaia) porta con sé.
Intorno al lavoro
Cultus nasce da una necessità e da una sfida.
L’esigenza sentita dall’artista, la sua necessità, è quella del confronto tra due linguaggi per sottolinearne non solo la contiguità e i punti di contatto ma anche e soprattutto gli strappi e le diversità; un confronto che è anche uno scontro tra due forme espressive che Zappalà ha variamente affrontato nel suo percorso artistico.
La sfida (che è anche scommessa con sé stesso, con la propria opera e il proprio percorso artistico) è trasformare in danza pura quello che nella precedente creazione era linguaggio drammaturgico e testuale. Questa nuova creazione mette in atto la trasfigurazione di una drammaturgia in quadri emozionali di danza pura e al contempo propone un viaggio coreografico che procede dalla felicità terrena a quella estatica della resurrezione passando dalla sofferenza causata dalla tortura.
Un viaggio costituito da varie tappe, transiti in movimento dove i corpi dei danzatori attraversano e si immergono nei vari stati dell’abbandono, della tenerezza, della gioia, dell’estasi. Della poesia.
In Cultus la fisicità della danza, il suo trascendere il referenziale, ottiene il risultato di far navigare lo spettatore in un luogo “fluido” dove perdere la cognizione del tempo e contemporaneamente sentirsi partecipi di qualcosa di impegnativo e appassionante, in un’unica esperienza sensoriale. I corpi dei danzatori, donne e uomini, si abbandonano ad un movimento continuo e attraverso le loro relazioni portano in scena le “passioni” dei singoli e delle moltitudini.
Usando il “mezzo” che più si addice ad una elaborazione coreografica, il corpo umano, la creazione si inserisce a pieno titolo nel progetto Transiti Humanitatis che da molti anni caratterizza il percorso artistico di Zappalà.
regia e coreografia Roberto Zappalà
drammaturgia Nello Calabrò
musica The Little Match Girl Passion di David Lang, William Shakespeare e della tradizione popolare italiana
danzatori Giulia Berretta, Corinne Cilia, Filippo Domini, Laura Finocchiaro, Anna Forzutti, Silvia Rossi, Damiano Scavo, Erik Zarcone
assistente alle coreografie Fernando Roldán Ferrer
set, luci e costumi Roberto Zappalà | copricapo Veronica Cornacchini | acconciatore/parrucche Alfredo Danese | realizzazione costumi Majoca
una coproduzione Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza Centro di Rilevante Interesse Nazionale, Fondazione Luzzati / Teatro della Tosse (Genova), Teatro Comunale di Modena
in collaborazione con TPE Fondazione Teatro Piemonte Europa (Torino), Visavì Festival /Artisti Associati (Gorizia), Festival Armonie d’Arte (Catanzaro)
con il sostegno di MiC Ministero della Cultura e Regione Siciliana Assessorato del Turismo dello Sport e dello Spettacolo