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CULTUS

anno 2023 durata 65'

nuova creazione di Roberto Zappalà per 6-8 danzatori

anteprima site-specific | 16 luglio 2023 | Parco Archeologico di Solacium | Armonie d’Arte Festival

prima assoluta | 13 ottobre 2023 | Teatro Verdi di Gorizia | Visavì Festival

regia e coreografia Roberto Zappalà | da un’idea di Nello Calabrò e Roberto Zappalà |

danzatori Compagnia Zappalà Danza

musica David Lang

una coproduzione Scenario Pubblico |Compagnia Zappalà Danza/Centro di Rilevante Interesse Nazionale, Fondazione Luzzati Teatro della Tosse (Genova) e TPE Fondazione Teatro Piemonte Europa (Torino)

in collaborazione con Armonie d’Arte Festival, Visavì Dance Festival, Teatro Ristori di Verona, Teatro Comunale Modena

con il sostegno di MiC Ministero della Cultura e Regione Siciliana Ass.to del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo

Dopo la creazione “Kristo”, basata non su una partitura coreografica ma su un linguaggio del corpo che accompagna le parole, Zappalà con questa nuova creazione, ritorna prepotentemente alla sua danza ricca di contraddizioni creative, dai sapori carnali e delicati, musicali ma anche atonali, esplosivi ma anche poetici e intimi. A ispirare musicalmente questa nuova creazione sono le meravigliose atmosfere delle musiche di David Lang, le voci dell’opera The Little Match Girl Passion composta nel 2007, vincitrice del premio Pulitzer per la musica nel 2008; voci che danno vita ad un lavoro di grande impatto sonoro con atmosfere sacre originariamente ispirate alla fiaba della piccola fiammiferaia di Hans Christian Andersen, e che certamente hanno un riferimento nella Passione secondo Matteo di Bach.
Nella nuova creazione non si farà alcun cenno alla fiaba di Andersen, sarà la danza astratta, pura, ad essere protagonista assoluta. L’ispirazione arriva a Zappalà indirettamente anche da Bach, dalla sua passione secondo Matteo, e dalla passione come sofferenza estrema che Cristo e l’uomo, ogni uomo, ogni donna, (ogni piccola fiammiferaia) porta con sé.

Intorno al lavoro
Cultus nasce da una necessità e da una sfida.
L’esigenza sentita dall’artista, la sua necessità, è quella del confronto tra due linguaggi per sottolinearne non solo la contiguità e i punti di contatto ma anche e soprattutto gli strappi e le diversità; un confronto che è anche uno scontro tra due forme espressive che Zappalà ha variamente affrontato nel suo percorso artistico.
La sfida (che è anche scommessa con se stesso, con la propria opera e il proprio percorso artistico) è trasformare in danza pura quello che nella precedente creazione era linguaggio drammaturgico e testuale. Questa nuova creazione mette in atto la trasfigurazione di una drammaturgia in quadri emozionali di danza pura e al contempo propone un viaggio coreografico che procede dalla sofferenza causata dalla tortura alla felicità della resurrezione.
Un viaggio costituito da varie tappe, transiti in movimento dove i corpi dei danzatori attraversano e si immergono nei vari stati dell’abbandono, della tenerezza, della gioia, dell’estasi. Della poesia.

In Cultus la fisicità della danza, il suo trascendere il referenziale, ottiene il risultato di far navigare lo spettatore in un luogo “fluido” dove perdere la cognizione del tempo e contemporaneamente sentirsi partecipi di qualcosa di impegnativo e appassionante, in un’unica esperienza sensoriale. I corpi dei danzatori, donne e uomini, si abbandonano ad un movimento continuo che attraverso i corpi dei danzatori e le loro relazioni porta in scena le “passioni” dei singoli e delle moltitudini.
Usando il “mezzo” che più si addice ad una elaborazione coreografica, il corpo umano, la creazione si inserisce a pieno titolo nel progetto Transiti Humanitatis che da molti anni caratterizza il percorso artistico di Zappalà.