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TUTTO IL SOLE DI OGGI / Claudia Rossi Valli

anno 2019 durata 50'

TUTTO IL SOLE DI OGGI

di e con: Claudia Rossi Valli/Natiscalzi DT | testi: Claudia Rossi Valli | voce narrante: Miryam Chilà |

con il sostegno di: Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza, Teatro Due Mondi_Casa del Teatro Faenza, Atelier Coreografico RE | speciale ringraziamento a: Tommaso Monza, famiglia Rossi

Tutto il Sole di Oggi è un titolo di buon auspicio. Raccoglie il bello della giornata e lo trasforma in luce. Tutto il Sole di Oggi parte da un’esperienza vera: dal reparto di psichiatria, che sembra un luogo di lacrime, farmaci e lunghissima noia, popolato di pazienti forzati a non fare nulla.

Ma il TSO si rivela essere anche un tempo per stare, per pensare. Uno spazio-tempo sospeso dove depositare, disperarsi, chiacchierare anche, ridere insieme, innamorarsi persino. Soprattutto, un giardino per incontrare persone, tutte diverse, tutte meravigliosamente forti-fragili. È da queste persone che prende vita Tutto il Sole di Oggi. Trasformato il palcoscenico in un grande carillon, uno dopo l’altro i personaggi di questa storia, ritenuti dai “sani”, tutti instabili e bisognosi di un periodo di Trattamento Sanitario Obbligatorio, danno voce alla propria avventura, alla propria atmosfera, danzando ognuno sulla propria musica. Così incontriamo i sorrisi di Renata, le lettere di Beppe, i passi incerti di Roberto. Lo spettacolo è scandito dai pensieri dei degenti, che ispirano la danza.

Nel creare i testi, la coreografa ha rielaborato le parole dei pazienti ascoltate durante il ricovero. Disturbo ossessivo compulsivo, comportamento bipolare, depressione, personalità borderline; le parole che nel pensiero comune sembrano indicare malattie, diventano qui abiti colorati da indossare senza vergogna o paura: sostenuta da un panorama sonoro che spazia dai cantautori italiani, allo Stabat Mater di Pergolesi, fino al pop internazionale, la danzatrice anima una giostra di percezioni emotive che sfocia in una danza liberatoria e catartica, senza barriera alcuna, dedicata a chi è stato, o sarà, ricoverato, a chi sa a memoria i nomi degli psicofarmaci, ma anche a sé stessa e a tutti quanti, tutti meravigliosamente forti-fragili, con un unico potente grido: “Freedom! Libertà!”.

“Roberto lo sa già,
che dovrà stare qui più tempo di me.
Quando vai, io ti aspetto – mi assicura-
Da lunedì ti aspetterò…
…e intanto vivo”