Détournements è il titolo della seconda edizione di un progetto speciale promosso da Scenario Pubblico e la facoltà di laurea magistrale in Teatro e arti performative dell’Università IUAV di Venezia. Stefano Tomassini e Roberto Zappalà, dopo la residenza dello scorso anno dedicata alla Flȃnerie baudeleriana, hanno rinnovato l’impegno per un nuovo concept. La settimana di lavoro svolta dal 5 al 9 settembre 2023 è stata
un laboratorio sulle destinazioni, sulle teorie dell’andatura, sul potere degli stereotipi e le necessità del détournement. Del deviare, divagare e fuorviare (ma anche dell’appropriazione, del convertire e pervertire) Catania, e l’Etna che la sovrasta. Un esercizio di détournement collettivo per documentare ciò che sta tra l’usura e la perdita e immaginare nuovi racconti, usi, attraversamenti della città.
È il 5 settembre e il pavimento bianco di Scenario Lab, dopo un anno, accoglie di nuovo diciannove corpi distesi: dieci tra studenti e studentesse dell’Università IUAV di Venezia e nove danzatrici della CZD2. Scenario Lab, inaugurato l’anno scorso, è ora come allora come una scatola vuota da riempire o – meglio – è il tramite, il mezzo testimone di dialoghi, confronti, condivisioni.
L’idea del progetto è nata dalla voglia di vivere una settimana insieme tra studenti e danzatori per condividere un esercizio di osservazione sulla città – la viabilità, i modi d’esistenza, l’organizzazione – per chi arriva per la prima volta e per chi vive ogni giorno Catania. L’invito fatto ai partecipanti è stato quello di investire uno sguardo capace di
a t t r a v e r s a r e
le parti più opache, le ombre dei luoghi per viverli, ripensarli, far riemergere l’inedito e raccogliere testimonianze sul
vivente
Cosa è stato fatto?
Il primo giorno della residenza è stato dedicato alla definizione delle coordinate teoriche e metodologiche del concept del progetto. Marco Baravalle ha storicizzato il situazionismo di Guy Debord ponendo l’attenzione sugli effetti che ha prodotto nell’arte contemporanea e nella società di quegli anni – cosa voleva dire elaborare un concetto diverso di arte lontano dalla mercificazione? è possibile destrutturare le rigide direzioni imposte dall’urbanistica? (tra le molte)
La lezione di Nicola Di Croce si è incentrata poi sul paradosso di creare un metodo capace di tradire e mettere in discussione il metodo stesso. Una riflessione volta alla pratica: come muoversi nella città?
lavoro sulla de-gerarchizzazione dello sguardo
lasciarsi guidare dalla multisensorialità
seguire odori, suoni, sensazioni
rifiutare l’adesione agli schemi
“Queste le strategie artistiche per approcciare in modo diverso la città, prenderla come materia viva per tirarne fuori ragionamenti che in un secondo momento possono diventare materiale di studio per una ipotetica azione performativa. La fase di ricerca deve essere più lunga e aperta possibile a raccogliere stimoli che vadano oltre il livello riflessivo o razionale, legati anche alle percezioni del corpo, alle sensazioni, alle intuizioni che riescano a tradurre cose difficili da raccontare a parole. Raccogliere materiale quindi per
tenerne traccia e poi
interrogare le proprie sensazioni”. NDC
Perché mi sento in agitazione entrando in una stradina? Perché ho voltato a destra? Perché ero lì?
I ragazzi e le ragazze sono stati divisi in gruppi eterogenei da tre, ciascuno dei quali è stato invitato a lanciarsi nelle derive urbane durante la mattina e il pomeriggio. Ognuno ha seguito una traccia diversa che veniva raccontata durante l’ultima ora conclusiva di ogni giornata. Sull’Etna c’è stato il compimento di questa deriva.
Qui la raccolta visiva fatta durante le spedizioni di alcuni materiali: foto, video, scritture, azioni. Le folgorazioni, le scoperte e le intuizioni servono a rompere la narrazione abituale sulla città, sul vulcano.
Lontananza,
Una distanza maggiore
Supera e dirotta il mio equilibrio
Lontana da un corpo sempre presente
Vicino a un respiro
Pietra lavica che si ripete
In forme diverse, plagiata, sfruttata
Lava che scorre tra le mie vene
Come un naufrago lontano da casa
Ció che distrugge per me è solo amore
Costruzione e distruzione di desideri
Anima e paura che mi sovrastano
Fratture
Melania C.
La mia riflessione è stata sulla coesistenza degli opposti e di come decidiamo di occupare un luogo liberamente. Alessandra V.
I gruppi l’ultimo giorno, sono stati invitati a vedere in prospettiva il percorso fatto e hanno lavorano tutti insieme per una elaborazione collettiva performativa. La restituzione non voleva essere un esito impacchettato, ma più un’idea di quello che è stato evocata attraverso l’azione.
Il détournements non è solo un atto politico di rovesciamento; è un’esperienza estetica dalla forte valenza politica. Ma l’obiettivo qui è uno scioglimento amoroso, l’amore è una possibilità della radicalità.
S. Tomassini
all’anno prossimo con IUAV.