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PERFORMANCE

Core/Demetra 2.0

Coreografia: Giovanna Velardi
Musiche: Domenico Sciajno
Costumi : Dora Argento
Luci: Danila Blasi
Scultura: Fabrizio Lupo
Interpreti: Stellario Di Blasi, Simona Miraglia, Sabrina Vicari, Tiziana Passoni, Giovanna Velardi, Valeria Zampardi con il contributo di: MIBACT, REGIONE SICILIA ASSESSORATO AL TURISMO SPORT SPETTACOLO
Scenografia elettronica e video: Dominik Barbier/Anne Van den Steen
 
E’ uno spettacolo che associa la coreografia e la scenografia elettronica, che si interroga sull’apparenza del potere e il funzionamento della democrazia; sviluppa la sua tematica prendendo spunto dal mito greco di Demetra e Persefone. E’ uno spettacolo coreografico, che nasce da una ricerca di un significato condiviso dei simboli, un’indagine interculturale sul rapporto tra l’uomo e l’avatar, tra un oggetto e il suo segno. Un percorso coreografico sul fantasma, sul prestanome, sul valore del simbolo nella società dell’immagine. Un progetto che ha interrogato figure mitiche appartenenti ad una dimensione immaginativa; una simbolica degli elementi, una simbolica dei miti, una simbolica degli oggetti sotto l’egida del segno più vuoto, quello che significa solo il significare. L’identità coreografica si costruisce tra mito e mondo contemporaneo appoggiandosi alle corrispondenze simboliche e visive create dalla scenografia elettronica. La base dello spettacolo è un coro formato da danzatrici, che evoca il teatro antico, che nella creazione sottolinea l’umano
tanto presente nel mito. Percorso non lineare, fatto di emozioni, di pensieri e riflessioni, di intenzioni che si traducono in dei segmenti che giustapposti creeranno un percorso drammaturgico che indaga gli aspetti umani le pulsioni, animali, ancestrali, terrene. Riflettere sulla società, la società immagine svuotata di significato e resa viva nella sua volgarità, immortalata come in un quadro che essa stessa trasfigura, un quadro crudele che rappresenta l’inferno e la banalità di oggi, un popolo lasciato nel silenzio, che si lacera come carne macellata, che dissolto tenta di riformarsi, di riemergere denudandosi. Un gruppo di danzatori, una immagine, una voce dietro una statua parlante, la divinità come simbolo del potere che distrugge e crea un nuovo volto, un volto di una città, un simbolo per significare il medioevo che stiamo vivendo