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Ka-Be

Coreografie e regia: Salvatore Romania, Laura Odierna 

Musiche: Salvatore Amore | Interprete: Salvatore Romania | Musicisti: Salvo Amore (chitarre), Carlo Cattano (sax e flauti), Giovanni Arena (contrabbasso)

“In questo Ka_Be, parentesi di relativa pace, abbiamo imparato che la nostra personalità è fragile, è molto  più in pericolo che non la nostra vita…Abbiamo visto partire verso il niente le nostre donne e i nostri  bambini; fatti schiavi abbiamo marciato cento volte avanti e indietro alla fatica muta, spenti nell’anima  prima che dalla morte anonima…Le loro anime sono morte e la musica li sospinge, come il vento le foglie  secche. Non c’è più volontà: ogni pulsazione diventa un passo, una contrazione riflessa di muscoli sfatti…una  danza di uomini spenti…” 

Primo Levi 

I campi di concentramento nazisti furono la manifestazione più crudele e feroce dell’avversione alla  diversità e all’alterità, secondo un processo di spersonalizzazione e uniformazione che ancora oggi trova  applicazione in molti contesti politici e sociali. Diversi milioni di ebrei trovarono una morte insensata ma le  vittime della cieca furia nazista furono anche altre, spesso dimenticate. Omosessuali, dissidenti politici, i  cosiddetti fuoriusciti, i sinti , i Rom, i Testimoni di Geova, gli “asociali”: disabili, malati di mente, lesbiche. La  conta dei numeri è impressionante ma dietro i numeri ci sono persone, storie, volti, individualità che  rappresentano la società nella sua più compiuta manifestazione. Il mondo è ancora pieno di lager che  contengono e torturano: fare un elenco sarebbe imparziale e insufficiente ma basti ricordare i campi di  detenzione di Libia per i migranti subsahariani e non solo, i campi di concentramento per omosessuali  in Cecenia, le gabbie dei bambini al confine tra Messico e USA, i campi di “rieducazione” degli Uiguri in Cina,  i campi profughi nelle terre occupate della Palestina e il genocidio dei Rohingya in Myanmar. La volontà di  riportare alla memoria è indispensabile, deve essere una “pietra d’inciampo” nella considerazione della  realtà, passata e attuale, e nell’elaborazione di una politica che sappia garantire il rispetto e la tutela  dell’alterità e che abbandoni definitivamente l’idea di una superiorità etico-morale di qualsiasi tipo.  

Una produzione Megakles Ballet con il contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e  dell’Assessorato Turismo Sport Spettacolo Regione Sicilia