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La morte e la fanciulla

Regia e coreografia: Michele Abbondanza e Antonella Bertoni
Con Ludovica Messina, Valentina Dal Mas, Claudia Rossi Valli | Musiche: F.Schubert ‘La morte e la fanciulla – titolo originale Der Tod und das Maedchen
Luci Andrea Gentili | Video Jump Cut | Organizzazione Dalia Macii | Amministrazione e coordinamento Francesca Leonelli | ufficio stampa e comunicazione Susanna Caldonazzi | Produzione Compagnia Abbondanza Bertoni | Con il sostegno di MIC Ministero della Cultura, Provincia Autonoma di Trento – Servizio Attività Culturali, Comune di Rovereto – Assessorato alla Cultura, Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto
Vincitore Premio Danza&Danza 2017 come miglior produzione italiana dell’anno
(Nudo integrale in scena)

Durata: 45 minuti

In scena tre differenti “capolavori”.

Uno musicale: il quartetto in re minore “La morte e la fanciulla” di Franz Schubert
Uno fisico: l’essere umano nell’eccellenza delle sue dinamiche.
Uno spirituale-filosofico: il mistero della fine e il suo continuo sguardo su di noi.

Il nostro pensiero torna a posarsi sull’umano e ciò che lo definisce: la vita e la morte; l’inizio e la fine sono i miracoli della nostra esistenza, così come l’impermanenza dell’essere con le sue forme continuamente mutanti. Questo transitare da una forma all’altra, ha a che fare con l’arte coreutica: portatrice di un tale compito, è essa stessa un balenare di immagini che appaiono e scompaiono continuamente; per questo abbiamo indugiato proprio su quell’aspetto che potremmo definire “crepuscolare” della danza, colta, nelle nostre intenzioni, proprio nel suo attimo impermanente e transitorio.
Un esempio di scrittura musicale che aspira all’infinito e accompagna l’ascoltatore oltre un’idea razionale, verso l’ignoto e il trascendente. Abbiamo cercato di capire, di aprire, come chirurghi, il corpo di questa scrittura per scrutarne i vuoti, gli spazi cavi e mai come questa volta comporre è assomigliato a un eterno precipitare, a un fuggire da ogni fine e da ogni senso.

Sulfureo e carezzevole questo La morte e la fanciulla ha un piglio deciso, senza se e senza ma.
suoi movimenti incantevoli, precisissimi, portano con sé bellezza, sensualità: tutto ciò che alla dura Parca, qui video-virtuale-verbale, andrà restituito.
Con umanissimo orrore.

Marinella Guatterini, Il Sole 24 ore, 6 agosto 2017

 

Non so: saranno i miei cinquanta anni, sarà la consapevolezza di tutto quel che sfugge, sarà la nostalgia, ma questa versione de La morte e la fanciulla è stata per me una epifania di dolore e struggimento. 

Proprio la bellezza infinita e amara del corpo femminile diventa, nel crescere dello spettacolo, una macabra evidenza del sepolcro, uno stordente “memento mori”.

….Un umanissimo e commovente canto a quel che è stato e non sarà più.

Andrea Porcheddu, Gli stati generali, 1 luglio 2017

 

Abbondanza e Bertoni, ancora una volta capofila di tendenze con La Morte e la Fanciulla, opera visionaria dai tratti espressionisti, sviluppata in mirabile sintonia con l’omonima partitura di Schubert. 

Splendido e azzeccato il cast. Emozionante tutto il lavoro, sospeso sull’invito seducente della Morte alla fanciulla (…). Il resto è incanto.

Rossella Battisti, Danza&Danza, settembre 2017

 

(…) La morte e la fanciulla ha certo, tra gli altri, il grande merito di costituire per questi Maestri della scena coreutica (inter)nazionale una via nuova, altra, non garantita. «Volevamo fare il nostro primo balletto» ci confida Antonella Bertoni dopo lo spettacolo.  Attitudine foucaultianamente, rischiosamente archeologica, ancora. Chapeau.

Michele Pascarella, Gagarin, marzo 2019