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PERFORMANCE

Sudvirus

Il piacere di sentirsi terroni
NUOVA PRODUZIONE
 
(dal progetto : Sudvirus o dell’appartenenza)
 
SUDVIRUS (il piacere di sentirsi terroni), rielaborazione, riorganizzazione concettuale ed ampliamento di una coreografia commissionata a Roberto Zappalà dal Goteborg Ballet, (debutto all’Opera di Goteborg il 14 ottobre 2011 con il titolo “sud- virus”), è la nuova creazione della compagnia zappalà danza, che ha debuttato in prima assoluta il 3 agosto 2013 a Civitanova Marche nel cartellone del Festival Civitanova Danza.
 
La parola "virus", dalla forma latina vīrus, significa "tossina" o "veleno". In biologia (e in informatica) i virus sono connotati in maniera assolutamente negativa essendo caratterizzati da “un comportamento parassita che spesso procede fino alla morte della cellula ospite”.
Comportamento parassitario e mancanza di strutture adatte sono anche due considerazioni che spesso si utilizzano, banalmente, per definire certi aspetti del meridione d’Italia e spesso di ogni sud del mondo.
Lo spettacolo della compagnia ha l’ambizione di proporre, al contrario, una versione “biologicamente” positiva di un nuovo virus fatto di linguaggio coreografico (e anche musicale e performativo) che produce forme, abilità, valori morali ed estetici. Il “sud-virus” della danza genera tossine non velenose ma portatrici di salute.
Nello spostamento concettuale proposto dallo spettacolo il sud-virus non vuole soltanto introdursi in un corpo apparentemente “sano” per sconvolgerlo dall’interno, ma vuole soprattutto mostrarsi quale è. Capovolgendo schemi consolidati e luoghi comuni vuole proporsi come positivo, pronto a mostrare e rappresentare un mondo/sud lontano dalle definizioni di comodo; indicare come specificità un sentimento di appartenenza che è tanto forte quanto (e quando) non si chiude al mondo, ma anzi lo accetta e lo ingloba.
Si vuole, così, suggerire il proprio “Sud-virus” nell’accezione, come dice Burroughs e canta Laurie Anderson (“Language is a virus”) di linguaggio come virus.
Linguaggio fatto di danza e di suoni. Di suoni che sono musica e di parole che diventano suoni.
Il palcoscenico diventa come il vetrino di un microscopio per osservare i movimenti della danza che diventa virus (del virus che si trasforma in danza), e dove un preludio di Bach e uno scioglilingua siciliano ripetuto come un mantra s’incuneano nel tessuto percussivo/ossessivo della musica elettronica per indicare nuovi percorsi estetici e narrativi.
Un mondo dove la travolgente musica di Alfio Antico e di Puccio Castrogiovanni si insinua, come un virus appunto, nelle melodie di Bach, Vivaldi e Paganini e dove l’irruenza della voce e della fisicità di Vicenzo Pirrotta stravolge e “corrompe” parole, discorsi, significati, “letteratura”, per trasformare il tutto in “virus”.
Danza, musica, suoni, parole, grida che cercano di unire e non di separare la scheggia e il mondo (per usare dei termini cari a Claudio Magris).
Linguaggio fatto di Sud, del suo calore, del suo sudore. Di un mondo che funzione ad incandescenza, che emana un calore umano inestinguibile e necessario ma che al contempo rischia di esplodere e di bruciare.
 

creazione per 7 danzatori, 1 attore e 2 musicisti
da un’idea di
Nello Calabrò e Roberto Zappalà
 
coreografie e regia Roberto Zappalà
 
musiche originali Puccio Castrogiovanni
 
con la partecipazione di
Vincenzo Pirrotta (voce) e
Alfio Antico (tamburi) e Puccio Castrogiovanni (marranzani)
 
danzatori
Gaetano Badalamenti, Maud de la Purification, Alain El Sakhawi,
Valeria Zampardi, Roberto Provenzano, Fernando Roldan Ferrer, Ilenia Romano
 
Si ringraziano i danzatori per la preziosa collaborazione alla costruzione
 
altre musiche
Alfio Antico, Johann Sebastian Bach, Ludwig van Beethoven, Matthew Herbert, Adriano Murania, Niccolò Paganini, Antonio Vivaldi
 
effetti sonori Salvo Noto
 
testi a cura di Nello Calabrò
luci, scene e costumi Roberto Zappalà
realizzazione scene e costumi Debora Privitera
assistenti alle coreografie Daniela Bendini e Paola Valenti
responsabile tecnico Sammy Torrisi
produzione e tour manager Maria Inguscio
 
una coproduzione
compagnia zappalà danza e Scenario Pubblico international choreographic centre Sicily
in collaborazione con
Civitanova Danza/Amat
Fondazione Nazionale della Danza (Reggio Emilia)
GöteborgsOperans Danskompani (Svezia)
C.Re.do contemporaneo
 
foto Gianmaria Musarra