Welcoming | Scenario Danza 15/16

Con Welcoming, che vuole essere uno slogan, una suggestione, abbiamo voluto dedicare la stagione di Scenario Pubblico allaccoglienza, sia perché siamo pronti ad accogliere gli artisti con il massimo dellospitalità, ospitalità che ci ha sempre contraddistinto, sia perché dopo la stagione dello scorso anno intitolata allesilio ci sembrava la giusta continuazione.
Con Welcoming vogliamo sottolineare come, anche in un momento di immensa difficoltà lavorativa e di conseguente disastro economico per la nostra città, i catanesi si sono mostrati ancora una volta, straordinariamente generosi e disinteressati accogliendo migliaia di migranti. Uomini, donne e bambini senza nessuna colpa individuale, solo sfortunati per essere nati in un determinato luogo e in un determinato momento storico. Responsabilità di un fato che poteva decidere lo stesso per ognuno di noi.
Chi segue il mio lavoro di coreografo sa che spesso sono molto duro con linciviltà diffusa nel nostro territorio, ma allo stesso tempo non posso esimermi dal porre laccento sulla generosità dei miei concittadini; commovente, infinita. Ciò ovviamente mi inorgoglisce.
grazie Catania, grazie Sicilia.
Questanno sarà per tutti noi una ripartenza, un nuovo impegno, una nuova responsabilità.
Il Ministero ci ha dato un nuovo incarico: siamo ufficialmente un Centro nazionale di Produzione della Danza.
Soltanto tre strutture in Italia avranno per i prossimi tre anni questo titolo e ne siamo orgogliosi.
E veramente difficile lavorare in un panorama siciliano certamente confuso, privo di una vera strategia che dovrebbe ritenere la cultura e lo spettacolo settori dove è possibile e necessario INVESTIRE e di conseguenza divulgare quello che di positivo accade nella nostra meravigliosa isola.
Gli stimoli, che ci arrivano dallattenzione che lo Stato Italiano e nello specifico il Ministero dei Beni Culturali, in questi anni ci ha fatto pervenire ci spingono e in alcuni casi ci costringono, con immenso piacere e con una nuova vitalità, a continuare quel percorso virtuoso che abbiamo intrapreso ben 25 anni fa e che ci vede più che mai protagonisti della danza italiana. Danza che molto spesso esportiamo in diversi continenti.
Come ho in precedenza accennato questo è un nuovo anno, una ripartenza. Un anno che ci vede impegnati non solo sul fronte della produzione artistica delle creazioni della Compagnia Zappalà danza, ma anche in quanto responsabili di un luogo, Scenario Pubblico, che negli anni si è conquistato con grande serietà e con il lavoro di uno staff sempre pronto al sacrificio, una fetta di mercato sempre più importante in relazione allospitalità della danza contemporanea internazionale. Questanno Scenario Pubblico aumenterà il numero delle rappresentazioni e si confronterà in modo più definito con le ospitalità, allinterno di un progetto di residenze coreografiche, che nello specifico prende il nome di ACASA.
Colgo loccasione di questo editoriale per analizzare cosa è per noi la residenza e cosa comporta tale strategia/visione nel nostro territorio, ma anche per far capire le diverse idee di residenza che abbiamo in mente di attuare.
Per noi la residenza di un artista deve necessariamente andare oltre lovvio sostegno allo stesso e provare a contaminare larea di ospitalità individuata, in questo caso Catania e la Sicilia, e così contribuire a una crescita del luogo stesso.
Cercherò di essere più esplicito.
Ho sempre sostenuto che la residenza volta soltanto a sostenere i giovani artisti, è un meccanismo di per se limitato, poco fruttuoso e forse in alcuni casi anche inutile. La mia esperienza mi porta a notare come troppi artisti giovani sono stati nel tempo ingannati o forse meglio dire sedotti, e di conseguenza illusi di aver intrapreso la giusta direzione. Solo dopo che gli stessi artisti incontreranno e si scontreranno col vero mercato comprenderanno, a loro spese, e questo mi sembra un passaggio obbligato, le enormi difficoltà che il mercato stesso si porta dietro.
Per queste ragioni ho sempre creduto che le residenze debbano essere realizzate con due obiettivi: uno certamente proiettato verso il sostegno dei giovani coreografi e parallelamente verso la costruzione di un meccanismo di circuitazione senza il quale è inutile produrre; laltro, non alternativo ma complementare, orientato ad attrezzare di contenuti, di suggestioni e di presenze il territorio, contribuendo così alla sua emancipazione. Il raggiungimento di questo secondo obiettivo ci sembra possibile con il coinvolgimento di coreografi già maturi. Da questi artisti mi aspetto una relazione con il territorio più profonda, basata su incontri frequenti con il pubblico, presentazione di pubblicazioni, seminari, ma soprattutto normale socializzazione allinterno dello stesso territorio, attraverso la loro quotidiana fruizione della città, delle sue piazze, dei suoi bar, dei ristoranti, dei negozi, dei mercati ecc. E questa contaminazione della città con la vita e lo sguardo dellartista che rappresenta per me uno degli aspetti più importanti di una residenza artistica e questa può realizzarsi solo attraverso una permanenza prolungata sul territorio. Ciò accade nel teatro o nella lirica, per i meccanismi ormai consolidati di costruzione dellopera, che dura circa un mese, o degli spettacoli di teatro che hanno una lunga tenuta per quanto riguarda le repliche.
Obiettivi semplici, ma a oggi ancora non pienamente realizzati.
Crediamo, anche grazie a questa nuova attribuzione di Centro di produzione della danza, di poter contribuire ulteriormente alla crescita della danza contemporanea in Sicilia.
Non mi dilungo sui singoli nomi degli artisti ospiti, ne indico i numeri. Ben 12 le rappresentazione e 18 i coreografi. Alcune serate sono composte da due diverse creazioni con rispettivi coreografi che si cimenteranno nel formato short-time dando cosi lopportunità, anche ad un pubblico meno abituato alla danza contemporanea, di conoscere una diversa molteplicità di espressioni coreografiche.
Continueremo gli appuntamenti con la storia della danza aperta a tutti, non solo agli addetti ai lavori, e gli incontri con gli amatori che da questanno vorremo proporre non solo con MoDem, il linguaggio della Czd, ma anche con i coreografi in residenza. Numerosi poi i workshop e il progetto della video danza che per i prossimi tre anni vedrà come protagonista il lavoro di Alain El Sakhawi, già danzatore della Czd, in residenza fino al 2017 in qualità di video artista.
Le residenze saranno suddivise in due sezioni: residenze a progetto e residenze triennali destinati ai coreografi in qualità di artisti associati.