Rifare Bach

La naturale bellezza del creato

Anno

2021

Durata

70 min

Prima assoluta

29 settembre 2021 – Campania Teatro Festival – Napoli

una produzione Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza Centro Nazionale di Produzione della Danza | in coproduzione con Belgrade Dance Festival (Belgrado), Fondazione Teatro Comunale di Modena, MilanOltre Festival (Milano)| coproduzione e residenza Centre Chorégraphique National de Rillieux-la-Pape (Lione)

in collaborazione co M1 Contact Contemporary Dance Festival (Singapore), Hong Kong International Choreography Festival (Hong Kong), Teatro Massimo Bellini (Catania)

con il sostegno di MIC Ministero della Cultura e Regione Siciliana Ass.to del Turismo dello Sport e dello Spettacolo 

coreografia e regia

Roberto Zappalà

musica

Johann Sebastian Bach

un progetto di
Roberto Zappalà e Nello Calabrò

luci e scene
Roberto Zappalà

costumi
Veronica Cornacchini e Roberto Zappalà

realizzazione scene e costumi
Theama for Dance

assistente alle coreografie
Fernando Roldan Ferrer

assistente alla produzione
Federica Cincotti

management
Vittorio Stasi

direzione tecnica
Sammy Torrisi

ingegnere del suono
Gaetano Leonardi

direzione generale
Maria Inguscio

danzatori:
Corinne Cilia, Aya Degani, Filippo Domini, Anna Forzutti, Gaia Occhipinti, Delphina Parenti, Silvia Rossi, Joel Walsham, Valeria Zampardi, Erik Zarcone

Far far away, behind the word mountains, far from the countries Vokalia and Consonantia, there live the blind texts. They live.

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L’estetica più eterea della musica di Bach e quella più carnale della danza per un viaggio denso di poesia.

Glorificare il culto dell’immagine e dell’estetica è il mio obiettivo, ancor più che il significato

Charles Baudelaire

Con questa creazione Roberto Zappalà cura in profondità l’estetica e il linguaggio del corpo, e lo fa dedicando un’intera serata a Johann Sebastian Bach, che con la sua musica cristallina e preziosa incarna per il coreografo l’ideale di un’arte pura e “onesta”.

Al centro del lavoro un universo coreografico che mette il corpo, con tutta la sua fragilità, quale elemento fondante e transito ineludibile. La naturale bellezza del corpo dei danzatori e della musica di Bach ha nella creazione un corollario di suoni della natura e del mondo animale, come delle mini ouverture che introducono le note bachiane. Immagini bucoliche si susseguono, una natura quasi da alba dell’umanità dove i suoni dell’oggi, della sua violenza e tragedia sono ancora assenti, un grido d’allarme “futurista” che crea spazi su cui riflettere e sul sentire comune a volte assopito.

Far vivere in danza l’ammirazione che Zappalà nutre da sempre per il grande musicista tedesco è stato il fattore trainante che gli ha permesso di comporre tra soli, duetti, trii e ensemble, alcune delle pagine coreografiche a lui più care nella sua trentennale attività. Il titolo ‘Rifare Bach’ vuole anche essere un richiamo alle tante rivisitazioni musicali che nel tempo sono state fatte delle opere del compositore tedesco, e alcune di queste sono parte della ricerca del coreografo nella composizione musicale dell’opera.

Molti anni sono trascorsi da quando Roberto Zappalà si è confrontato con una creazione priva di una forte drammaturgia spesso legata al sociale, in Rifare Bach nessuna drammaturgia articolata e nessun intellettualismo, soltanto una stretta relazione tra l’estetica più eterea della musica e quella più carnale della danza per un viaggio denso di poesia. 

Ascoltare la natura e i suoi “silenzi”, per un ritorno a un mondo dove sia ancora possibile intendere la “straziante e meravigliosa bellezza del creato“ (1).

1 (Pasolini “Che cosa sono le nuvole?”)