Skip to main content

LA NONA

(dal caos, il corpo)

Prima assoluta

20 maggio 2015, Teatro Massimo Bellini di Catania – Stagione di Opera&Balletto

Anno

2015

Durata

90 min

PREMIO DANZA&DANZA 2015 “PRODUZIONE ITALIANA DELL’ANNO”

3° step del progetto Transiti Humanitatis

Con La Nona, Transiti humanitatis, il progetto della Compagnia Zappalà Danza, si arricchisce di un nuovo e importante tassello. Dopo Invenzioni a tre voci, creazione dedicata alla donna, e Oratorio per Eva, omaggio alla figura simbolica di Eva, l’ultima sinfonia di Beethoven è la fonte d’ispirazione per lo spettacolo della compagnia Premio Danza&Danza 2015. La musica utilizzata non sarà la versione originale per coro, solisti e orchestra ma la bellissima trascrizione per due pianoforti che ne ha fatto Liszt. E in scena, insieme ai due pianisti Luca Ballerini e Stefania Cafaro e a undici danzatori della compagnia, anche il controtenore Riccardo Angelo Strano.

È sempre a partire dal corpo e dalle sue storie che Zappalà propone una riflessione sull’uomo e sull’umanità; sulla sua condizione di perenne conflitto e sulle speranze di solidarietà e fratellanza universale. L’umanità in transito è un’umanità in movimento; movimento è il contrario di immobilità, di immutabilità, di idee assolute e di assenza di dubbio. Il movimento è laico, come lo spirito di Beethoven e della sua musica. E la laicità del pensiero e dei comportamenti è alla base della creazione.

L’umanità che danza nello spettacolo è un’umanità che si sviluppa da un processo di accumulazione, da un caos primordiale (come dice il compositore Sciarrino a proposito del primo movimento della sinfonia), da una pluralità di intrecci e microstorie conflittuali e negative, che sfociano, nella seconda parte, nella pacificazione dell’adagio e nella gioia finale del quarto movimento.

 

Accostarsi alla Nona di Beethoven, anche in questa versione da “camera”, è accostarsi alla Musica per eccellenza. E se la musica non può fare a meno del silenzio, il silenzio è anche il primo e ineludibile passo dell’ascolto e quindi del riconoscimento dell’altro; e il riconoscimento reciproco dell’altro è la via per la pacificazione sperata da Beethoven.

Ai tempi del compositore con mondo e umanità si intendeva qualcosa di meno unificante di oggi.

Anche se la musica della Nona è universale, «questo bacio vada al mondo intero» dice un verso dell’inno di Schiller, il “mondo” era, più o meno, l’Europa, post congresso di Vienna, che veniva fuori dalle distruzioni delle guerre napoleoniche. La pacificazione universale alla quale aspirava Beethoven, se fosse vivo oggi, andrebbe in questa direzione. Forse, mai come oggi, dal dopoguerra, c’è la necessità che «questo bacio vada al mondo intero».

«era il primo concerto di musica classica che veniva ospitato in quel paese (Ghana). Duemila spettatori […] e cinque o dieci che avevano studiato a Londra e avevano ascoltato qualcosa. Per la prima volta potevo parlare con persone che non avevano mai ascoltato una nota della nona sinfonia di Beethoven: dopo il concerto ho chiesto loro come l’avessero trovata, e uno mi ha risposto così: Ho avuto la percezione che stesse dichiarando qualcosa di grande importanza per l’umanità. Non so trovare una migliore definizione della musica di Beethoven.» Daniel Barenboim

 

regia e coreografia Roberto Zappalà
testi a cura di Nello Calabrò
musiche Ludwig Van Beethoven Sinfonia n°9 op.125 nella trascrizione per due pianoforti di Franz Liszt
pianisti Luca Ballerini, Stefania Cafaro
soprano Marianna Cappellani
interpretazione e collaborazione Corinne Cilia, Filippo Domini, Anna Forzutti, Alberto Gnola, Marco Mantovani, Sonia Mingo, Gaia Occhipinti, Fernando Roldán Ferrer, Silvia Rossi, Valeria Zampardi, Erik Zarcone
scene, luci e costumi Roberto Zappalà
assistente alle coreografie Maud de la Purification

progetto Transiti Humanitatis una produzione Scenario Pubblico/compagnia zappalà danza | centro di rilevante interesse nazionale in collaborazione con Teatro Garibaldi / Unione dei Teatri d’Europa (Palermo), ImPulsTanz – Vienna International Dance Festival, Teatro Comunale di Ferrara, Teatro Massimo Bellini di Catania