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Panopticon – il teatro igienico

anno 2021 durata 60'

opera installativa di Roberto Zappalà che intreccia danza e arti visive

in collaborazione con Maurizio Leonardi

coreografie e performer Filippo Domini, Fernando Roldan Ferrer, Adriano Popolo Rubbio, Joel Walsham, Roberto Provenzano, Sonia Mingo, Maud de la Purification, Marco Mantovani e Erik Zarcone.

set e luci Roberto Zappalà

una produzione Scenario Pubblico/ Compagnia Zappalà Danza Centro Nazionale di Produzione della Danza

debutto dell’opera Panopticon 21 maggio 2021, Museo Civico Castello Ursino di Catania, in co-organizzazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Catania

la compagnia è sostenuta da Ministero della Cultura e da Regione Siciliana Ass.to del Turismo, Sport e Spettacolo

 

«Alla luce del disastro umano, sociale ed economico che abbiamo vissuto nell’ultimo periodo, gli effetti negativi sugli eventi artistici non si sono fatti attendere, presto tutti ci siamo accorti che anche il mondo delle arti performative avrebbe subito pesanti conseguenze. Il compito dell’arte quando ci riesce continua ad essere quello di individuare prima degli altri alcuni passaggi dell’attualità, anticipandone i “rimedi”. Le restrizioni che i teatri stanno subendo in relazione al numero di spettatori che possono seguire le performance a causa del Covid-19, sta creando non pochi disagi. Panopticon, si pone come obiettivo quello di ragionare e in qualche modo ribaltare la percezione della solitudine, del controllo, della protezione dell’individuo.

L’intenzione è di far diventare protagonista il contenitore, lo spazio, almeno quanto il contenuto, il performer e il messaggio del suo gesto». (Roberto Zappalà)

Dopo mesi di chiusura dovuta all’emergenza sanitaria il progetto Panopticon / il teatro igienico prende forma dal vivo dal 21 maggio all’1 agosto 2021 al Museo Civico Castello Ursino in coorganizzazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Catania.

Panopticon vede finalmente la luce in una dei luoghi più affascinanti e importanti della città siciliana, mostrando così di essere un progetto versatile ed esportabile. Un progetto che intreccia arte, architettura e danza.

«Usare uno spazio scenico o meglio un’installazione che al suo interno possa contenere diverse anime è il felice raggiungimento di una mia più ampia idea – specifica Zappalà – che è basata su ciò che sottolineava Baudelaire: «Glorificare l’immagine ancor prima che il significato». Non c’è a mio avviso niente di più contemporaneo di questo “semplicissimo” pensiero. L’idea che l’uso dello spazio, la sua estetica, unita all’estetica che imprimono gli interpreti possa essere protagonista è ciò che di più caro ho sempre desiderato di ottenere».

𝗜𝗹 𝗣𝗮𝗻𝗼𝗽𝘁𝗶𝗰𝗼𝗻 𝗱𝗶 𝗥𝗼𝗯𝗲𝗿𝘁𝗼 𝗭𝗮𝗽𝗽𝗮𝗹𝗮̀ 𝗮𝘀𝘀𝗼𝗹𝘃𝗲 𝗮𝗱 𝘂𝗻𝗮 𝗳𝘂𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝗮𝘃𝘃𝗶𝗰𝗶𝗻𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲́ 𝗶𝗹 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗼 𝗲𝗻𝘁𝗿𝗮 𝗲𝗱 𝗲̀ 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗼𝗽𝗲𝗿𝗮 𝗱’𝗮𝗿𝘁𝗲. 𝗔𝗹 𝗠𝘂𝘀𝗲𝗼 𝗖𝗶𝘃𝗶𝗰𝗼 𝗖𝗮𝘀𝘁𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗨𝗿𝘀𝗶𝗻𝗼 𝗹’𝗶𝗻𝘀𝘁𝗮𝗹𝗹𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗣𝗮𝗻𝗼𝗽𝘁𝗶𝗰𝗼𝗻 𝗱𝗶𝘃𝗲𝗻𝘁𝗮 𝗾𝘂𝗼𝘁𝗶𝗱𝗶𝗮𝗻𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗴𝗿𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗼𝗿𝘀𝗼 𝗺𝘂𝘀𝗲𝗮𝗹𝗲 𝗲, 𝗮𝗹 𝘀𝘂𝗼 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗻𝗼 𝘀𝗶 𝗽𝗼𝘁𝗿𝗮̀ “𝗶𝗻𝗰𝗼𝗿𝗿𝗲𝗿𝗲” 𝗶𝗻 𝗯𝗿𝗲𝘃𝗶 𝗽𝗲𝗿𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝗻𝗰𝗲 𝗶𝗻 𝗮𝗹𝗰𝘂𝗻𝗶 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗶 𝗲 𝗼𝗿𝗮𝗿𝗶 𝘀𝗽𝗲𝗰𝗶𝗳𝗶𝗰𝗶.

Proprio la volontà di far diventare protagonista il contenitore almeno quanto il contenuto, ha spinto Roberto Zappalà ad affidare le creazioni coreografiche a nove danzatori della sua Compagnia: Adriano Popolo Rubbio “Naca”, Fernando Roldan Ferrer “Kalokagathia”, Joel Walsham “Re del nulla”, Filippo Domini “Fu”,Roberto Provenzano “IL VIAGGIO: l’Inferno”, Sonia Mingo “come un’astronauta”, Maud de la Purification “amaS”, Marco Mantovani “FORMA (mentis)”,Erik Zarcone “Creazione di uno scarto”.
Opening: 21 maggio ore 16:00
Dal 22/05 al 1/08: installazione visitabile in orario museo (ore 9:00- 19:00).
Le Performance dei danzatori saranno fruibili esclusivamente ven – sab – dom (ore 11:00 e 12:00 e ore 17:00 e 1800).
INFO: tel. 095 2503147/ 095 315459 (lun-ven 10:00- 13.00 | 16:00-19:00)
info@scenariopubblico.com – www.scenariopubblico.com

 

Panopticon / il teatro igienico parte dalla volontà di replicare ed emancipare il concept che noi già portiamo avanti con la rassegna delle “nanoperformances”, attiva da 5 anni a ScenarioFarm a Favara. È una riflessione non obbligatoriamente pensata in funzione del Covid-19 ma che ne prende spunto per una più profonda analisi sulla condizione dell’individuo messo a dura prova e sempre morbosamente controllato.

Panoptes, gigante della mitologia greca, che possedeva un centinaio di occhi e ritenuto quindi un guardiano perfetto, dà il nome al carcere ideale progettato nel 1791 dal filosofo e giurista Jeremy Bentham. «Il nostro progetto, un poligono con numero variabile di lati, realizzato in ferro e tulle, esalta la dimensione della segregazione/prigione così come del distanziamento/isolamento sociale oltre che del voyeurismo.

Nel nostro proposito l’osservatore non controlla chi lo circonda come nel caso del progetto originale di Bentham. Saranno gli spettatori stessi che controlleranno il performer, isolati sia da lui che l’uno dall’altro, alludendo in tal modo anche all’ “Anopticon” di Umberto Eco che in quanto opposto del Panopticon, deresponsabilizza il sorvegliante ponendo la domanda: chi sorveglia i sorveglianti?

Il nostro obiettivo punta a creare un corto circuito tra sorveglianti e sorvegliati ma vuole anche rendere l’architettura scenica autonoma e protagonista» (Roberto Zappalà).