Skip to main content

SUDVIRUS

il piacere di sentirsi terroni

Prima assoluta

3 agosto 2013, Teatro Rossini di Civitanova Marche per Civitanova Danza/Amat

Anno

2013

Durata

70 min

Sudvirus, rielaborazione, riorganizzazione concettuale ed ampliamento di una coreografia per soli danzatori commissionata a Roberto Zappalà dal Goteborg Ballet, (debutto all’Opera di Goteborg il 14 ottobre 2011 con il titolo “sud- virus”), è la nuova creazione della compagnia zappalà danza, con debutto previsto il 3 agosto 2013 a Civitanova Marche nel cartellone del Festival Civitanova Danza.

La parola “virus”, dalla forma latina vīrus, significa “tossina” o “veleno”. In biologia (e in informatica) i virus sono connotati in maniera assolutamente negativa essendo caratterizzati da “un comportamento parassita che spesso procede fino alla morte della cellula ospite.”
Comportamento parassitario e mancanza di strutture adatte sono anche due considerazioni che spesso si utilizzano, banalmente, per definire certi aspetti del meridione d’Italia e spesso di ogni sud del mondo.
Lo spettacolo della compagnia ha l’ambizione di proporre, al contrario, una versione “biologicamente” positiva di un nuovo virus fatto di linguaggio coreografico (e anche musicale e performativo) che produce forme, abilità, valori morali ed estetici. Il “sud-virus” della danza genera tossine non velenose ma portatrici di salute.
Nello spostamento concettuale proposto dallo spettacolo il sud-virus non vuole soltanto introdursi in un corpo apparentemente “sano” per sconvolgerlo dall’interno, ma vuole soprattutto mostrarsi quale è. Capovolgendo schemi consolidati e luoghi comuni vuole proporsi come positivo, pronto a mostrare e rappresentare un mondo/sud lontano dalle definizioni di comodo; indicare come specificità un sentimento di appartenenza che è tanto forte quanto (e quando) non si chiude al mondo, ma anzi lo accetta e lo ingloba.
Si vuole, così, suggerire il proprio “Sud-virus” nell’accezione, come dice Burroughs e canta Laurie Anderson (“Language is a virus”) di linguaggio come virus.

Linguaggio fatto di danza e di suoni. Di suoni che sono musica e di parole che diventano suoni.
Il palcoscenico diventa come il vetrino di un microscopio per osservare i movimenti della danza che diventa virus (del virus che si trasforma in danza), e dove un preludio di Bach e uno scioglilingua siciliano ripetuto come un mantra s’incuneano nel tessuto percussivo/ossessivo della musica elettronica per indicare nuovi percorsi estetici e narrativi.
Un mondo dove la travolgente musica di Alfio Antico e di Puccio Castrogiovanni si insinua, come un virus appunto, nelle melodie di Bach, Vivaldi e Paganini e dove l’irruenza della voce e della fisicità di Vicenzo Pirrotta stravolge e “corrompe” parole, discorsi, significati, “letteratura”, per trasformare il tutto in “virus”.
Danza, musica, suoni, parole, grida che cercano di unire e non di separare la scheggia e il mondo (per usare dei termini cari a Claudio Magris).
Linguaggio fatto di Sud, del suo calore, del suo sudore. Di un mondo che funzione ad incandescenza, che emana un calore umano inestinguibile e necessario ma che al contempo rischia di esplodere e di bruciare.

Nel corso del 2013 Roberto Zappalà ha lavorato a delle tappe che per gradi lo hanno portato ad avviare una rielaborazione, riorganizzazione concettuale (ed ampliamento) della creazione originale per giungere al definitivo e nuovo Sudvirus.
In aprile la compagnia è stata ospite in residenza presso la Fonderia/Fondazione Nazionale della Danza dove ha presentato, all’interno di un percorso di progressivo avvicinamento allo spettacolo definitivo, “sud-virus /REMAKE” una tappa di ridefinizione dello stesso balletto del 2011 con nuovi danzatori il 28 aprile 2013, e “Anti/corpi: preludio per il nuovo Sudvirus”, primo mobile e genesi del balletto definitivo, il 2 maggio 2013.

(dal progetto : Sudvirus o dell’appartenenza)

creazione per 7 danzatori, 1 attore e 2 musicisti

da un’idea di Nello Calabrò e Roberto Zappalà
coreografie e regia Roberto Zappalà
con Vincenzo Pirrotta (voce)
e Alfio Antico (tamburi) e Puccio Castrogiovanni (marranzani)
danzatori Gaetano Badalamenti, Maud de la Purification, Alain El Sakhawi, Liisa Pietikainen, Roberto Provenzano, Fernando Roldan Ferrer,
Ilenia Romano


una produzione compagnia zappalà danza – Scenario Pubblico international choreographic centre Sicily
in collaborazione con Civitanova Danza/Amat, Fondazione Nazionale della Danza (Reggio Emilia) e GöteborgsOperans Danskompani (Svezia)

con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Regione Siciliana Ass.to al Turismo, Sport e Spettacolo