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Immagina una sera di andare a teatro. Acquisti il biglietto, lo lasci timbrare, ti accomodi sulle poltroncine ed improvvisamente… il fischio d’inizio di una partita di calcio ti catapulta negli spalti di uno stadio. Così la compagnia norvegese Jo Strømgren Kompani tira il calcio d’inizio del loro A dance tribute to the art of football a Scenario Pubblico.

4 calciatori senza tacchetti, con personalità e caratteri ben distinti, mostrano il loro riscaldamento e la loro preparazione atletica prima di un grande match. Al contempo, presentano duetti, assoli e frame di sequenze animati da musiche classiche, heavy e metal, dalle loro urla nei megafoni e dagli indistinti rumori da campo sportivo che i performer riconducono a movimenti danzati.

Siamo in platea o in tribuna? Qualcuno intona cori e qualcun altro sistema i polsini della giacca…

La partita ha inizio e subito vengono elevati i caratteri estetici e rudi di questo gioco folle ed entusiasmante che è il calcio: i tifosi più fanatici diventano appassionati di danza e viceversa. L’attenzione alle somiglianze che fanno da ponte a queste due arti, a primo impatto in alcun modo comparabili permettono di empatizzare con gli atteggiamenti e tifare per loro.

GOAL!!! A segnare è proprio il “ballerino” che in questa stagione calcistica ha portato avanti più pirouettes che assist…

In un’atmosfera tanto veritiera quanto caricaturata, i tempi comici scandiscono i trionfi e le sconfitte del calcio facendo vivere i momenti prima, durante e dopo dei 90 minuti: dagli slowmotion delle esultanze visti alla tv fino agli spogliatoi. Lo spettacolo vuole commentare ulteriormente anche la condizione di conflitto che vi è tra gli sport comuni e le arti, tra la classe operaia e quella borghese. Così anche diverse qualità di movimento (inizialmente più vicine al movimento ginnico, man mano sempre più fluenti) scendono in campo con il fine di evidenziare quella linea sottile che separa metà terreno di gioco e metà linoleum.

I danzatori lo fanno, letteralmente!

Dopo aver posizionato i quattro angoli, il carrello traccia-campo designa le linee bianche sull’erbetta recintando così quello che è il posto dove lo sport, porta allo squilibrio. Per un breve tempo, uno dei danzatori mostra come la sua voce, grave ed importante nel campo, riesca ad incitare e caricare i compagni diversamente dal momento in cui il suo piede supera la linea di confine: lì la voce appare esile ed inconsistente. Metafora di quanto l’adrenalina riesca ad accendere ed influenzare chiunque entri nel suo circolo.

Tra un passaggio, qualche infortunio e un bel po’ di cartellini rossi, lo spettacolo procede fino a giungere ulteriormente in un altro ambiente: siamo ora a fissare le fotografie scattate durante il fatidico match pubblicate dal giornalino dello sport di questa mattina. Un occhio di bue si accende e si spegne ripetutamente cadendo sui corpi dei danzatori che riprendono gli attimi più esaltanti: la scivolata del numero 3; l’incredibile passaggio di testa del 2; l’arabesque del “ballerino”…

Siamo portati poi agli spogliatoi dove i danzatori si spogliano e commentano quanto accaduto, ridendo e cogliendo in maniera efficacemente divertente ed estrema, lo spirito animale e quel modo di essere rozzi dei giocatori.

L’intenzione del coreografo Jo Strømgren è quella di apportare ad un’esibizione di danza contemporanea una diversa scansione temporale, inaspettati cambiamenti di direzione e un coinvolgimento emozionale che saltelli tra alti e bassi, proprio come durante le partite più importanti.

In altri contesti diremmo che la compagnia norvegese è riuscita nell’intento ma in questo caso…

La Jo Strømgren Kompani ha fatto GOAL!

a cura di Teresa De Angelis

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